Lunedì XXXII Settimana del Tempo Ordinario
Ez 47, 1-2.8-9.12 Sal 45 1Cor 3,9-11.16-17 Gv 2, 13-22
Dedicazione della Basilica Lateranense
“Corpo è un termine che dice la persona nella concretezza storica, nella visibilità delle sue relazioni e delle sue manifestazioni. E nella concezione biblica il Tempio è il luogo della presenza di Dio” (B. Maggioni). Gesù è Tempio di Dio, la relazione con Lui è il luogo in cui incontro Dio e dove ricevo lo Spirito che mi rende a mia volta tempio di Dio. È un mistero grande! Dio ha azzerato tutte le distanze facendosi uomo, e ancor di più perché desidera dimorare in noi!! Questo può scandalizzarci, perché forse a volte preferiremmo un tempio di mattoni, in cui relegare Dio e “le sue faccende”, per poter poi gestire a nostro piacere tutto il resto. Essere tempio di Dio e avere la certezza della Sua presenza reale nel Suo Corpo invece non ci offre scuse ma piuttosto ci muove a osare. Possiamo incontrarlo, possiamo riconoscere la sua voce e la sua presenza fuori e dentro di noi, possiamo essere accesi dello stesso zelo di Gesù “per le cose del Padre” ed essere a nostra volta “luogo” in cui chi ci è accanto può incontrare il Signore.
Donaci, o Padre, di fondare la nostra vita su Gesù, per essere come tu desideri, tempio vivo della tua grazia.
Dalle Vita prima di Tommaso da Celano [FF 350]
La prima opera cui Francesco pose mano (…) fu di riedificare un tempio al Signore. Non pensa di costruirne uno nuovo, ma restaura una chiesa antica e diroccata; non scalza le fondamenta, ma edifica su di esse, lasciandone così, senza saperlo il primato a Cristo. Nessuno infatti potrebbe creare un altro fondamento all’infuori di quello che già è stato posto: Gesù Cristo.