Martedì I settimana di Avvento
Is 11,1-10 Sal 71 Lc 10,21-24
Il brano di Isaia fa parte della raccolta detta “Libro dell’Emmanuele”, il Dio con noi. Quando Lui è al centro, l’universo si rinnova. Vediamo come il creato e le creature volentieri abbandonano le iniquità, cercano con ansia
il Signore e da lui si lasciano guidare nella pace. È, in qualche modo, l’esperienza dei 72 che tornano dalla missione pieni di gioia. Gesù li ascolta ed esulta: la gioia esplode e la potenza della comunione d’amore con il Padre quasi si tocca. Se proviamo ad immaginare la scena non ci è difficile capire perché Gesù concluda dicendo, in disparte: beati voi che ascoltate e vedete questo. È beato san Luca stesso che scrive e non ha mai visto Gesù, ma ha raccolto con cura tutto ciò che lo riguardava. Ha visto con gli orecchi, come noi oggi. Cosa vediamo in questa scena sublime? Che gli uomini vanno incontro con carità ai loro fratelli e fanno esperienza di essere figli del Padre; che, abbandonati allo Spirito, sanno dimenticarsi e farsi abbastanza piccoli perché il Signore si possa rivelare; che Gesù danza di gioia perché sono entrati nella comunione presente fra lui e il Padre, dove tutto è dono. E hanno visto che la cura di Gesù mai si ferma: attende i piccoli al ritorno dalla missione e riconosce che avevano bisogno ancora una volta di un
“memo” a mettersi in disparte e rimanere con Gesù al centro. Il rischio di appropriasi del successo sui demoni c’è, “rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli” (Lc 10,20). Questa scena è proprio da contemplare nella lode e, assieme a Gesù, rinnovare il nostro: “Si, Padre”.
Chiediamo al Padre di insegnarci la via della piccolezza e poter essere anche noi il motivo della gioia di Gesù.
Dallo Specchio di Perfezione [FF 1760]
E certo il Signore mi ha fatto questo dono per sua misericordia: che di tutte le cose nelle quali io possa piacergli o dispiacergli, nelle orazioni prendo chiara cognizione.