Venerdì IV Settimana di Quaresima
2Sam 7,4-5.12-14.16 Sal 88 Rm 4,13.16-18.22 Mt 1,16.18-21.24
San Giuseppe, solennità
Saper custodire è un dono, e oggi San Giuseppe ci narra come è possibile custodire la vocazione ricevuta.
Davanti ad un fatto eccezionale Giuseppe sceglie il silenzio per poter capire, per poter essere pacato, riflessivo nel valutare la scelta da compiere: per essere fedele alla sua discendenza e per salvare la vita della sua promessa sposa, Maria.
Che tipo di silenzio è? Il suo silenzio è pieno di fede che guida ogni suo pensiero e azione. Nel silenzio e nella fedeltà alla Parola Giuseppe esercita la sua paternità come “l’Ombra del Padre” (dal titolo di un bel romanzo), come paternità vissuta nell’obbedienza alla rivelazione di Dio. Non si lascia sopraffare dalle difficoltà, ma si lascia illuminare, plasmare per poter essere lesto nell’agire e custodire la sua famiglia. Si lascia guidare dal desiderio di servire il Suo Dio come strumento vivo e semplice, senza pieghe. “Tutti possiamo trovare in San Giuseppe l’uomo della quotidianità, discreta e nascosta, un intercessore, un sostegno e una guida nei momenti di difficoltà” (Patris corde).
Sia il nostro cuore sobrio, silenzioso e raccolto in Te, Signore.
Dalla Leggenda di Santa Chiara [FF 3227]
Mai, in alcun luogo, fu maggiore l’osservanza del silenzio; mai più splendida la parvenza e la sostanza di un vivere casto. Non v’è lì loquacità a rivelare un animo indisciplinato, né leggerezza di parole a tradire leggerezza d’affetti La stessa maestra, invero, parca di parole, stringe in brevità di discorsi la ricca ispirazione della mente.