Mercoledì XXVIII Settimana del Tempo Ordinario
Rm 2,1-11 Sal 61 Lc 11,42-46
“Dicendo questo, offendi anche noi!”. Davanti a questo vangelo, potremmo dire: beato chi non si offende davanti alla verità che Gesù gli fa capire… L’offesa è spesso il segno del nostro orgoglio ferito, quando la vita ci “punge sul vivo”, ci smaschera. Non ci piace che ci si facciano notare difficoltà, limiti, errori. La permalosità stabilisce una barriera tra noi e l’altro, anche se è un fratello che vuole il nostro bene. Anche se è il Signore stesso che ci parla attraverso la sua Parola. Tendiamo forse ad accomodarci e vivere tranquilli, senza fastidi. Ma così rischiamo di diventare inviolabili, rigidi e anonimi come sepolcri imbiancati. E, come i farisei, perdiamo un’occasione d’oro: metterci in discussione con umiltà e sincerità per dilatare il cuore. Il Signore oggi ci chiede il coraggio di lasciarci raggiungere, mettere in crisi, trafiggere dalla sua Parola, anche se fa male, anche se costa… E questo concretamente, attraverso i fatti della vita, le persone che ci sono accanto. Il frutto di questa accoglienza è sempre la libertà, la maggiore consapevolezza di noi stessi, e quindi cambiamenti evangelici del cuore, della vita, delle relazioni con gli altri.
Padre buono, donami il coraggio di attuare in me quei cambiamenti che il tuo Vangelo mi domanda.
Dalle Laudi e Preghiere [FF 276]
O alto e glorioso Dio,
illumina le tenebre de lo core mio.
E damme fede diritta,
speranza certa e carità perfetta,
senno e cognoscimento, Signore,
che faccia lo tuo santo e verace comandamento. Amen.