Lunedì II Settimana del Tempo Ordinario
1Sam 15,16-23 Sal 49 Mc 2,18-22
Sant’Antonio Abate, memoria
Nella prima lettura viene richiamato il valore dell’obbedienza. Fin da subito però vediamo che non si tratta di compiere rigidamente quello che prescrive la Legge, come sacrificare al Signore le primizie, ma essere docili alla voce del Signore. Così nel Vangelo Gesù dice che ciò che è importante non è digiunare o non digiunare, ma stare con lo Sposo. Per vivere nell’obbedienza al Signore non possiamo passivamente affidarci a schemi prestabiliti. La vita ogni giorno ci presenta occasioni, situazioni, relazioni in cui obbedire significa discernere il bene, il meglio da dire, da fare,…
Obbedienza come docilità è attaccare in modo stabile il nostro cuore e le nostre scelte non ha una Legge scritta ma alla relazione con Gesù, che con il suo Spirito ci rinnova e ci guida.
Donaci, o Signore, di essere sempre più docili alla tua parola, che è viva ed efficace e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore.
Dalla Lettera a Frate Leone [FF 250]
Così dico a te, figlio mio, come una madre che tutte le parole, che abbiamo detto lungo la via, le riassumo brevemente in questa parola di consiglio, e non c’è bisogno che tu venga da me per consigliarti, perché così ti consiglio: in qualunque maniera ti sembra meglio di piacere al Signore Dio e di seguire le sue orme e la sua povertà, fatelo con la benedizione del Signore Dio e con la mia obbedienza.