Sabato V Settimana Tempo Ordinario
1Re12,26-32;13,33-34 Sal105 Mc 8,1-10
Geroboamo guarda alla fatica del popolo che continua a salire al tempio per compiere sacrifici. “Siete già saliti troppo volte a Gerusalemme…” dice. Vuole così porre un rimedio a questa fatica. Ma in realtà non gli interessa nulla del popolo: è preso unicamente da sé stesso e dai suoi interessi di potere. Nel Vangelo vediamo che anche Gesù guarda alla fatica della folla in cammino, ormai da tre giorni. Ma quanto è diverso il suo sguardo e il suo cuore! Prova compassione sincera per la folla, si immedesima nella fatica di coloro che sono venuti da molto lontano, e si prende cura di tutti. Il suo segno prodigioso ha in realtà anche un altro valore: avrebbe potuto compiere questo miracolo da protagonista, accentrando l’attenzione di tutti su di sé. Invece coinvolge i discepoli in questa dinamica di gratuità e tenerezza. Anche noi oggi lasciamoci coinvolgere dal suo cuore compassionevole, per donare anche noi la vita con gioia e prenderci cura delle persone che incontreremo.
Padre, donaci un cuore compassionevole, per essere segno concreto di gratuità e tenerezza.
Dalla Leggenda maggiore di San Bonaventura [FF 1028]
Dio infatti aveva infuso nell’intimo del giovane Francesco un sentimento di generosa compassione verso i poveri, che, crescendo con lui dall’infanzia, gli aveva riempito il cuore di bontà, tanto che già allora, ascoltatore non sordo del Vangelo, si propose di dare a chiunque gli chiedesse, soprattutto se chiedeva adducendo a motivo l’amore di Dio.