Giovedì VI Settimana Tempo ordinario
Gc 2,1-9 Sal 33 Mc 8,27-33
La domanda di Gesù, piena del suo affetto, ai suoi discepoli ci raggiunge dopo duemila anni, come una domanda seria, determinante per la nostra vita.
Voi cosa dite di me? chiede Gesù.
San Giacomo, nella prima lettura, sembra rispondere dicendo: Tu ti sei fatto povero per arricchire noi, tu preferisci i poveri, gli ultimi.
Pietro risponde con la forza dello Spirito, non con una nozione, ma come un’esperienza vissuta, consapevole di tutte le sue resistenze.
È interessante notare che Gesù pone questa domanda mentre raccoglie con evidenza le comprensibili resistenze al dolore, il rifiuto della croce. Sono questi i momenti esistenziali in cui la fede è maggiormente messa alla prova. Quante volte, nella fatica, chiediamo noi al Signore: chi sei? dove sei?
Il vangelo ci ricorda che solo in una vita da discepolo questa domanda seria, ricevuta e posta, può ricevere un’intuizione che sia spirituale.
Magnificate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto e da ogni mia paura mi ha liberato. [Sal 33]
Dai Fioretti [FF 1915]
Chi se’ tu, o dolcissimo Iddio mio? […] Chi se’ tu, Signore d’infinita bontà e sapienza e potenza, che degni di visitare me che sono un vile vermine e abbominevole?