Venerdì XXIX Settimana del Tempo Ordinario
Ef 4,1-6 Sal 12 Lc 12,54-59
Spesso abbiamo tutti gli elementi che ci servono, ma evitiamo di tirare le somme. Gesù fa l’esempio del contadino: chi più di lui deve obbedire alle leggi della natura, al tempo atmosferico? E ogni contadino sa interpretare abbastanza correttamente le condizioni per prevedere il tempo. Alza gli occhi al cielo e comprende il tempo perché semplicemente lo sa. Anche noi, dopo aver ascoltato la parola del Signore, dopo aver avuto tante volte la prova che dice la verità, che la sua parola è buona, che è lui stesso che compie la promessa di Dio e ci salva, che cosa aspettiamo a tirare le naturali conclusioni? “Perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?”. Questa responsabilità nasce da Dio stesso, dalla sua rivelazione, dal suo dono per noi. Davanti a tutto ciò non possiamo e non dobbiamo fare altro che alzare gli occhi, obbedire e vivere di conseguenza.
Signore, donaci occhi e cuore puri.
Dalla Vita seconda di Tommaso da Celano [FF 637]
Negli ultimi tempi della sua malattia, una notte chiese umilmente di mangiare del prezzemolo, provandone vivo desiderio. Ma il cuoco, che era stato invitato a portargliene, rispose che a quell’ora non avrebbe trovato nulla nell’orto: «Nei giorni passati – disse – di continuo ho raccolto una quantità di prezzemolo e tanto ne ho tagliato che riesco a mala pena a trovarne un filo in piena luce del giorno. Tanto più non riuscirò a riconoscerlo tra le altre erbe ora in piena notte». «Vai fratello, – gli rispose il Santo – non ti dispiaccia, e portami le prime erbe che toccherai con la tua mano». Andò il frate nell’orto e portò in casa un mazzo di erbe che aveva strappato a caso senza nulla vedere. I frati osservano quelle erbe selvatiche, le passano in rassegna con molta attenzione, ed ecco in mezzo, prezzemolo tenero e ricco di foglie.
Avendone mangiato un poco, il Santo provò molto conforto e rivolto ai frati: «Fratelli miei, – disse – obbedite al primo comando, senza aspettare che venga ripetuto. E non portate come pretesto la impossibilità, perché se da parte mia vi comandassi anche qualcosa al di sopra delle forze, l’obbedienza troverebbe la forza necessaria». Ecco fino a qual punto lo spirito profetico faceva risaltare in lui il dono dello spirito!