Feria propria del 2 Gennaio
1Gv 2,22-28 Sal 97 Gv 1,19-28
Santi Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno, memoria
“Tu chi sei?… Che cosa dici di te stesso?”. Quella rivolta al Battista è una domanda non facile, a cui tutti siamo chiamati a rispondere: “Io chi sono? Cosa dire di me?”. Giovanni si definisce in base alla vocazione che ha ricevuto. È “voce”, venuta a preparare la via al Signore, a Colui che è più grande. “Nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo… Cristo, proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore svela anche pienamente l’uomo a se stesso e gli manifesta la sua altissima vocazione” (Gs 22). Il Signore ci dona la vita e, attraverso di noi, desidera continuare a rivelare il suo amore per l’uomo. Per questo nell’incontro e nella relazione con il Signore, conosciamo Lui e conosciamo noi stessi. E questo è fonte di libertà, di pace, di sicurezza e di umiltà. Riconoscerci amati e chiamati ci permette, come è stato per Giovanni Battista, di essere grandi pur rimanendo piccoli.
Signore, fa che cerchiamo sempre di più la relazione con te.
Dai Fioretti [FF 1916]
Quando io dicevo: Chi sei tu, o dolcissimo Iddio mio? allora ero io in un lume di contemplazione, nel quale io vedevo l’abisso della infinita bontà e sapienza e potenza di Dio; e quando io dicevo: Che sono io?, io ero in lume di contemplazione, nel quale io vedevo il profondo lacrimoso della mia viltà e miseria, e però dicevo: Chi sei tu, Signore d’infinita bontà e sapienza e potenza, che degni di visitare me che sono un vile verme e abominevole?