MI CHIAMO SAM

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Interpreti e Personaggi 

Sean Penn: Sam Dawson; Michelle Pfeiffer: Rita Harrison; Dakota Fanning: Lucy Diamond Dawson; Dianne Wiest: Annie Cassell; Loretta Devine: Margaret Calgrove; Richard Schiff: Mr. Turner; Laura Dern: Randy Carpenter; Brad Silverman: Brad; Joseph Rosenberg: Joe; Stanley DeSantis: Robert; Ken Jenkins: giudice Philip McNeily; Wendy Phillips: Miss Wright; Bobby Cooper: George; Mary Steenburgen: dott.ssa Blake; Kathleen Robertson: cameriera del Big Boy; Elle Fanning: Lucy all’età di 2 anni

***

Lucy: Sono stupida.
Sam: Nooo. Tu non sei stupida.
Lucy: Sì, invece.
Sam: No, tu non sei stupida perché tu sai leggere quella parola.
Lucy: Non voglio leggerla se tu non ci riesci.
Sam: Sono felice se leggi quella parola. Se leggi quella parola io sono felice. Sì, mi sento molto felice, quando leggi.


Per un approfondimento sul tema ti proponiamo:

Un Libro: Lettera della Tenerezza di Dio, di Jean Vanier

…Gesù ci insegna a scendere fino in basso per scoprire i semi della risurrezione. E’ talmente sconvolgente: dobbiamo scendere per essere guariti e per rinascere. Ed è il povero che ci insegna la comunione. La comunione è molto diversa dalla generosità […] Entrare in comunione significa diventare vulnerabili, significa far cadere le barriere e le maschere, compresa quella della generosità, e significa mostrarsi così come si è. Entrare in comunione è riconoscere che si ha bisogno dell’altro, come Gesù, stanco, che chiede alla samaritana di dargli da bere […]. La via discendente perciò ci fa scoprire il segreto dell’universo […] è la via della risurrezione ma è molto pericolosa perché ci fa perdere qualcosa. Implica anche di scendere dentro noi stessi ed è ancora più difficile scoprire le proprie ferite e le proprie fragilità. La via discendente ci fa scoprire progressivamente, vivendo con il povero, la nostra povertà, questo mondo di angoscia che abbiamo dentro, la nostra durezza, la nostra capacità di fare anche del male[…].Questa via discendente allora è dolorosa, ma è la via della salvezza e della guarigione profonda…

 

Una canzone: Il mio amico, di Gianni Morandi

 

Il video della Nazionale paralimpica canadese di basket in carrozzina

 

Un suggerimento dalla Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II:

Urge anzitutto coltivare, in noi e negli altri, uno sguardo contemplativo. Questo nasce dalla fede nel Dio della vita, che ha creato ogni uomo facendolo come un prodigio. È lo sguardo di chi vede la vita nella sua profondità, cogliendone le dimensioni di gratuità, di bellezza, di provocazione alla libertà e alla responsabilità. È lo sguardo di chi non pretende d’impossessarsi della realtà, ma la accoglie come un dono, scoprendo in ogni cosa il riflesso del Creatore e in ogni persona la sua immagine vivente. Questo sguardo non si arrende sfiduciato di fronte a chi è nella malattia, nella sofferenza, nella marginalità e alle soglie della morte; ma da tutte queste situazioni si lascia interpellare per andare alla ricerca di un senso e, proprio in queste circostanze, si apre a ritrovare nel volto di ogni persona un appello al confronto, al dialogo, alla solidarietà. (EV 83)


In quel tempo Gesù disse: “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.

Matteo 11, 25-26