Sabato, III Settimana del Tempo ordinario
Eb 11,1-2.8-19 Lc 1,68-75 Mc 4,35-41
San Tommaso d’Aquino, memoria
Il nostro cammino è una lunga traversata, un passaggio all’altra riva. Quale riva? La libertà del cuore, la vita buona del vangelo che ci rende adulti e responsabili del bene. La Lettera agli Ebrei ci ricorda che per fede, Abramo, Isacco, Giacobbe, Sara, hanno attraversato le loro tempeste, sempre desiderando una nuova patria, una libertà, una gioia nuova. Gli uomini e le donne che pongono la fede come “fondamento di ciò che sperano e prova di ciò che non vedono”, sono quelli che ogni giorno “prendono Dio nella loro barca”, come i discepoli, proprio così come si manifesta nella loro storia. Una sola è la certezza che li accompagna: Lui è fedele e non delude. Noi forse, pur avendo intrapreso con gioia il cammino della fede, vorremmo evitarne le scomodità e le prove che comporta. Ma possiamo poggiare sulla certezza che il Signore vive le prove con noi. Non ci preserva dalle tempeste, tuttavia, se glielo permettiamo, ci preserva nelle tempeste. Ci sostiene nella perseveranza, ci fa scoprire insospettati doni, risorse ed energie che forse non sapevamo neanche di avere.
Signore, al nostro grido di aiuto, la tua risposta è tanta forza quanta ne serve per un passo. E ad ogni passo tu la rinnovi.
Dalle Laudi e Preghiere [FF 277]
Rapisca, ti prego, o Signore,
l’ardente e dolce forza del tuo amore
la mente mia da tutte le cose che sono sotto il cielo,
perché io muoia per amore dell’amor tuo,
come tu ti sei degnato di morire
per amore dell’amor mio.