Giovedì III Settimana di Quaresima
Ger 7,23-28 Sal 94 Lc 11,14-23
Gesù ci dice che stare con lui è ciò che ci permette di vincere nella lotta contro il male. La Parola oggi è molto chiara sul senso del peccato. Il profeta Geremia lo descrive come ostinazione e chiusura. Il Vangelo, poi, come sospetto, incredulità, divisioni. La proposta che Gesù ci fa è raccogliere con lui. Che vuol dire concretamente? Schierarsi con lui in tutto ciò che siamo e che facciamo, offrirgli gioiosamente la vita, avere in lui il centro saldo del nostro tempo, scelte, decisioni. Vuol dire confidarci spesso con lui, chiedere aiuto nelle fatiche, ringraziarlo nei momenti di gioia. E lui si rende davvero presente, operando concretamente. Al contrario, fidarci eccessivamente di noi stessi e della nostra buona volontà, è come usare un’arma debole, insufficiente. Alla prima occasione di sconforto, o nell’euforia dei facili entusiasmi, ci viene strappata via dal maligno.
Signore Gesù, seguirti con fedeltà e gioia, donando come te la vita per amore, è l’arma che nessuno potrà mai strapparci via.
Dalla Leggenda perugina [FF 1653]
Affermava: «Se il servo di Dio si preoccuperà di avere e conservare abitualmente la gioia interiore ed esteriore, gioia che sgorga da un cuore puro, in nulla gli possono nuocere i demoni, che diranno – Dato che questo servo di Dio si mantiene lieto nella tribolazione come nella prosperità, non troviamo una breccia per entrare in lui e fargli danno».