Martedì IV Settimana di Quaresima
Ez 47,1-9.12 Sal 45 Gv 5,1-16
Gesù va incontro all’uomo infermo, con amore gli fa riconoscere il proprio stato di fragilità e lo guarisce. “Chi non era capace neppure di portare sé stesso, adesso porta il suo letto. Gesù gli dà molto di più di quello che pensava; ora lui porta sé stesso e il suo letto: è dunque un uomo che può vivere, lavorare, operare pienamente”, scriveva il Cardinal Martini. Manca ancora qualcosa. L’uomo non conosce Gesù. E, quindi, non conosce neanche il suo peccato: Gesù glielo fa capire, più tardi presso il tempio. Perché tutto ciò che Dio fa con noi è un graduale risanamento che vuole arrivare fino in fondo. Vuole guarirci interamente, vuole risanare tutto di noi. Oggi Gesù, venendomi incontro, cosa ancora vuole farmi conoscere di Lui? Cosa cerca di risvegliare, di risanare in me?
Signore, tu sei per noi rifugio e forza.
Dal Testamento [FF 110]
Il Signore dette a me, frate Francesco, d’incominciare a fare penitenza così: quando ero nei peccati mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d’animo e di corpo. E di poi, stetti un poco e uscii dal mondo.