Giovedì IV Settimana di Pasqua
At 13,13-25 Sal 88 Gv 13,16-20
Nel Vangelo contempliamo ancora Gesù che, piegandosi a lavare i piedi di tutti i discepoli, anche quelli di chi lo avrebbe tradito e rinnegato, ci insegna la verità dell’umiltà: un servo non è più grande del padrone, e neanche Lui, il Figlio, è più grande del Padre. Gesù vive in obbedienza e in questo sta la Sua gloria. Anche noi, nel vivere umilmente e in obbedienza la nostra vocazione, compiamo la cosa più grande: attraverso di noi, la nostra preghiera, testimonianza e servizio, Gesù può essere accolto e con Lui il Padre che lo ha mandato.
Donaci Signore, di saper rinunciare a noi stessi per il Vangelo.
Dalla Vita seconda di Tommaso da Celano [FF 587]
E infatti un’altra notte, mentre dorme, sente di nuovo una voce che gli chiede premurosa dove intenda recarsi. Francesco espone il suo proposito dicendo di volersi recare in Puglia per combattere. Ma la voce insiste e gli domanda chi ritiene possa essegli più utile: il servo o il padrone? «Il padrone», risponde Francesco. «E allora – riprende la voce – perché cerchi il servo in luogo del padrone?». E Francesco: «Che cosa vuoi che io faccia, o Signore?». «Ritorna – gli risponde il Signore – alla tua terra natale, perché per opera mia si adempirà spiritualmente la tua visione».