Mercoledì XIII Settimana del Tempo Ordinario
Gen 21,5.8-20 Sal 33 Mt 8,28-34
Nel Vangelo il male si esprime spesso attraverso contesti di confusione e trambusto. Ostenta la sua forza incutendo timore: «nessuno, infatti, poteva più passare per quella strada». La forza di Gesù invece è limpida, genera chiarezza e pace. Apre sempre quei passaggi che sembravano sbarrati. Davanti alla forza del suo infinito amore, potente e pacato, la furia del male sprofonda negli abissi del nulla, come la mandria di porci. Così accade anche con il nostro peccato. Il Signore con il suo potere vince il male. Da parte nostra, è necessario riconoscerlo e, con umiltà, chiedere a Lui l’aiuto, usando tutta la nostra forza. Anche Agar vive la sua disperazione, anche lei ha davanti un passaggio sbarrato. Ma Dio ascolta il suo grido: «Le aprì gli occhi ed essa vide un pozzo d’acqua». Il pozzo era lì, ma lei non lo vedeva. La confusione, la tristezza, la paura a volte ci impediscono di vedere il bene che, a volte, è proprio lì vicino a noi.
Donami, Signore, la certezza che la tua Parola non viene mai a “tormentarmi” ma ad aprirmi strade nuove, per trarmi alla chiarezza, alla verità, alla pace.
Dalla Compilazione di Assisi [FF 1670]
Quando arrivarono ad Arezzo, l’intera città era in preda allo sconvolgimento e alla guerra civile, giorno e notte, a causa di due fazioni che si odiavano da lungo tempo. Francesco (…) gli parve di vedere che i demoni esultassero di quanto accadeva e incitassero tutti gli abitanti a distruggere la loro città con il fuoco e altri mezzi pericolosi. Perciò, mosso a compassione di quella città, si rivolse a frate Silvestro, che era sacerdote, uomo di Dio di grande fede, di stupenda semplicità e purità, ch’egli venerava come santo, e gli disse: “Va’ dinanzi alla porta della città e a voce alta comanda ai demoni che escano tutti”. Frate Silvestro (…) ordinò a gran voce: “Lodato e benedetto sia il Signore Gesù Cristo! Da parte di Dio onnipotente e in virtù della santa obbedienza di Francesco, io comando a tutti i demoni di uscire da questa città!”. E per la misericordia di Dio e la preghiera di Francesco, avvenne che gli abitanti di Arezzo tornarono poco dopo a pace e concordia.