Sabato XIV Settimana del Tempo Ordinario
Gen 49,29-32;50,15-26a Sal 104 Mt 10,24-33
San Bonaventura da Bagnoregio, memoria
Giuseppe dice ai fratelli: “non temete”. E Gesù per tre volte lo ripete ai discepoli. Gesù ci invita ad essere come Lui. Non lo saremo certo per i nostri meriti, ma in forza dell’amore del Padre che si prende cura di noi. Come fu per Giuseppe, così fu per Gesù e così sarà per noi: il Padre saprà servirsi anche del male “per farlo servire a un bene e compiere quello che oggi si avvera”. Oggi la Chiesa fa memoria del Vescovo francescano Bonaventura, uomo intelligente e buono. Nelle sue Opere, scriverà così della sua famiglia religiosa: “La ragione che mi ha fatto amare di più la vita del beato Francesco è che essa assomiglia agli inizi della Chiesa. Cominciò con semplici pescatori, e si arricchì in seguito di dottori molto illustri e sapienti; la sua religione non è stata stabilita dalla prudenza degli uomini, ma da Cristo”.
Padre buono, sei Tu la sorgente di ogni sapienza, la fonte da dove scaturisce ogni bene. Donami un cuore semplice, buono e riconoscente.
Dalla Leggenda maggiore di San Bonaventura [FF 1328]
In verità, questo mistero grande e mirabile della croce, nel quale i carismi della grazia, i meriti delle virtù, i tesori della sapienza e della scienza sono nascosti così profondamente da risultare incomprensibili ai sapienti e ai prudenti di questo mondo, fu svelato a questo piccolo di Cristo in tutta la sua pienezza, tanto che in tutta la sua vita egli ha seguito sempre e solo le vestigia della croce, ha conosciuto sempre e solo la dolcezza della croce, ha predicato sempre e solo la gloria della croce.