Sabato V Settimana di Quaresima
Ez37,21-28 Ger 31,10-12b.13 Gv11,45-56
Nel passo del vangelo di oggi, la risurrezione di Lazzaro diventa l’occasione di adesione o meno in Cristo Gesù. Molti Giudei credettero in Lui, ma per i farisei diventa l’occasione propizia per condannarlo. Con questo miracolo Gesù manifesta se stesso, manifesta la sua signoria sulla morte, proclama con la sua persona che Egli è la risurrezione e la vita per chi crede in Lui. La sua presenza diventa divisione tra la gente perché c’è chi crede in Lui e chi vuole ucciderlo. A causa di questa divisione Gesù è costretto ad allontanarsi dal pubblico e stare in disparte nella regione vicina al deserto. Riconoscere che Gesù è la risurrezione in persona è un atto di fede, Marta confessa la sua fede: “Io credo che Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivo” (Gv11,27). Molte volte ci condanniamo alla morte interiore perché non ci lasciamo risuscitare, non crediamo veramente che Gesù può trasformare la nostra vita, risollevarci dal torpore quotidiano e donarci vita nuova. Ciò richiede fiducia, lasciare che Gesù tolga la pietra che schiaccia la nostra vita perché essa ritorni alla luce.
Signore Gesù, donaci di credere in Te sempre, donaci la tua forza per rivivere in Te!
Dalla Regola non bollata [FF 43]
I frati poi che vanno tra gli infedeli possono comportarsi spiritualmente in mezzo a loro in due modi. Un modo è che non facciano liti né dispute, ma siano soggetti ad ogni creatura umana per amore di Dio e confessino di essere cristiani. L’altro modo è che, quando vedranno che piace a Dio, annunzino la parola di Dio perché essi credano in Dio Onnipotente Padre e Figlio e Spirito Santo.