Giovedì XIII Settimana del Tempo Ordinario
Gen 22,1-19 Sal 114 Mt 9,1-8
Gesù, prima di volgere lo sguardo sul paralitico, vede i barellieri che lo portano da Lui. Gesù coglie non solo la loro solidarietà e la gratuità con cui aiutano quel malato, ma soprattutto la loro fede. La loro azione è preghiera di intercessione! Anche noi possiamo essere intercessori, possiamo chiedere a Dio la guarigione dei nostri fratelli, al di là della fede del malato. Perciò, Dio guarda la nostra fede quando sosteniamo i fratelli, quando portiamo le loro sofferenze, quando intercediamo per loro, quando li accompagniamo a Lui. Ogni guarigione e conversione porta con sé la vicinanza e la preghiera gratuita di altri.
La fede sia per noi dono da restituire.
Dalla Leggenda maggiore di San Bonaventura [FF 1251]
L’uomo beato, appena fu assunto a godere la luce del volto di Dio, incominciò a risplendere per grandi e numerosi miracoli. Così quella santità eccelsa, che durante la sua vita si era manifestata al mondo con esempi di virtù perfetta a correzione dei costumi, ora che egli regnava con Cristo, veniva confermata da Dio onnipotente per mezzo dei miracoli, a pieno consolidamento della fede. I gloriosi miracoli, avvenuti in diverse parti del mondo, e i generosi benefici impetrati per la sua intercessione infiammavano moltissimi fedeli all’amore di Cristo e alla venerazione per il santo. Poiché la testimonianza delle parole e dei fatti proclamava ad alta voce le grandi opere che Dio faceva per mezzo del suo servo Francesco, ne giunse la fama all’orecchio del sommo pontefice, papa Gregorio IX.



















