Mercoledì fra l’Ottava di Pasqua
At 3,1-10 Sal 104 Lc 24,13-35
I discepoli in cammino discutono. Il verbo qui usato non indica un confronto sereno, ma una discussione sterile, in cui non ci si capisce. Facciamo forse esperienza di scontri inutili, dove ognuno si chiude, certo delle sue ragioni. Un po’ come gli occhi dei viandanti, chiusi e “impediti a riconoscere Gesù”. Ma la Parola ha il potere di fare luce, di aprire le menti. Da “stolti e lenti”, vuol fare di noi testimoni sereni e forti, come lo storpio alla porta del tempio: risollevato dal suo stato di miseria, ora cammina, salta e loda Dio. La Parola, ogni giorno ascoltata, accolta, meditata, ha il potere di rinvigorirci.
Per la forza della tua Risurrezione, Signore rendici “testimoni credenti, credibili e creduti”, per tutti coloro che incontreremo oggi e che attendono la tua salvezza.
Dalla Vita Seconda di Tommaso da Celano [FF 689]
Francesco, istruito dalla sapienza che discende da Dio e irradiato dai fulgori della luce eterna, aveva una comprensione altissima delle Scritture. La sua intelligenza penetrava le oscurità dei misteri, e ciò che rimane inaccessibile alla scienza dei maestri era aperto all’affetto dell’amante.