Venerdì XXXII Settimana del Tempo Ordinario
2Gv 1,3-9 Sal 118 Lc 17,26-37
Il Signore da una nuova opportunità, una vita nuova, a coloro che si fidano di Lui e che sono disponibili a corrispondere ai suoi doni. Le storie di Noè e di Lot ci dicono che anche nei momenti più critici, la misericordia divina si fa presente. Per salvarsi essi hanno lasciato molte cose, cose a cui erano legati, scegliendo di confidare nella mano provvidenziale di Dio, guardando avanti. In fondo si sono fidati di un annuncio, quando ancora tutto intorno a loro era comunque in ordine. Gesù ci dice che nell’attenderlo abbiamo bisogno di una fede simile, capace di vivere una serie di rinunce. Per questo, chiediamo la luce dello Spirito Santo, per saper perdere la vita nelle questioni del buon Dio, per “camminare nell’amore”!
“Ripongo nel cuore la tua promessa” (Sal 118).
Dalla Vita seconda di Tommaso da Celano [FF 660]
Per non offendere neppure una volta quella santa sposa, il servo del Dio altissimo si comportava solitamente così: se, invitato da persone facoltose, prevedeva di essere onorato con mense piuttosto copiose, prima andava elemosinando alle case vicine tozzi di pane e poi, così ricco di povertà, correva a sedersi a tavola. A chi gli chiedeva perché facesse così, rispondeva che, per un feudo di un’ora, non voleva lasciare un’eredità stabile. «È la povertà – diceva – che ci ha fatti eredi e re del regno dei cieli, non le vostre false ricchezze».



















