Martedì XV Settimana del Tempo Ordinario
Is 7,1-9 Sal 47 Mt 11,20-24
Con grande forza Gesù esige fede e conversione: “Guai a te, Corazin. Guai a te Betsaida…”. Hanno visto i segni da lui compiuti, e non hanno creduto. Seduti sulle proprie convinzioni, intimamente certi del fatto che nulla avrebbe allontanato Dio dalle proprie scelte, non si preoccupavano di mantenere viva la fede che li legava al Signore. Perciò Gesù, davanti all’ostinato rifiuto dei suoi concittadini, li ammonisce: non ci sarà nessuna salvezza se non sono disposti a cambiare il loro atteggiamento. Siamo chiamati a credere: è un’esigenza che da sempre Dio annuncia con tenerezza e forza. Anche il profeta Isaia ci ricorda: “se non crederete non resterete saldi”. Si pensava che la stabilità potesse venire dalla potenza, dalla ricchezza, dalle alleanze…viene soltanto dalla fede, che mette a nostra disposizione la forza di Dio e ci scomoda perché diveniamo strumento dei suoi prodigi.
Signore Gesù aumenta la nostra fede e la nostra gioia di seguirti
Dalla Lettera ai Fedeli [FF 186]
Coloro che non vogliono gustare quanto sia soave il Signore e preferiscono le tenebre alla luce, rifiutando di osservare i comandamenti di Dio, sono maledetti; di essi dice il profeta: “Maledetti coloro che si allontanano dai tuoi comandamenti”. Invece, quanto sono beati e benedetti quelli che amano il Signore e fanno così come dice il Signore stesso nel Vangelo: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore e con tutta l’anima, e il prossimo tuo come te stesso”.