Martedì XIX Settimana del Tempo Ordinario
Dt 31,1-8 Dt 32 Mt 18,1-5.10.12-14
Dio “cammina con te, non ti lascerà e non ti abbandonerà”: sono le parole ripetute e convincenti di Mosè, verso le fine della sua missione. Ci regala la sua esperienza di Dio che salva e, nel vangelo, sentiamo risuonare l’annuncio: il Signore è un giudice pieno di tenerezza: fa di tutto per salvarci, ama ciascuno personalmente. C’è anche di più: Dio è sempre presente nella comunità dei fedeli che lo cerca, che sperimenta anche il perdersi d’animo, il perdersi nel peccato. Sì, perché nel cuore di ognuno c’è qualcosa di Mosè che ha conosciuto e sperimenta la forza e la stabilità di Dio e c’è anche la parte “pecorella” che si smarrisce nel seguirlo.
Donaci, o Padre, di essere come Mosè capaci di parlare di te e della tua fedeltà, e insegnaci a riconoscere i nostri smarrimenti per imparare ad amare come tu vuoi.
Dal Testamento [FF 110]
Il Signore dette a me, frate Francesco, d’incominciare a fare penitenza così: quando ero nei peccati mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d’animo e di corpo. E di poi, stetti un poco e uscii dal mondo.