Sabato XIX Settimana del Tempo Ordinario
Gs 24,14-29 Sal 15 Mt 19,13-15
Al tempo di Gesù i bambini non erano oggetto di particolare attenzione. Anche se i genitori per tradizione li benedivano in giorno di sabato, essi non erano parte della comunità perché non ancora capaci di comprendere la Legge e in più erano causa di disturbo. Ma Gesù ha piacere ad “essere disturbato” dai piccoli, perché a chi è come loro appartiene il regno dei cieli. Non a chi è perfetto, non a chi non disturba. Ma a chi, come un bambino, è bisognoso di tutto, confida nei suoi genitori e vive completamente affidato a loro. Noi, come figli di Dio, restiamo sempre bisognosi di tutto, sempre chiamati a confidare in Lui. Solo affidando completamente la nostra vita nelle sue mani, viviamo sicuri e sereni, anche nelle difficoltà. Non temiamo di avvicinarci a Gesù, con la nostra piccola umanità, che a volte disturba anche noi e non è capace di capire: affidiamoci a Lui, mettiamoci come siamo sotto le sue mani e lasciamo che ci benedica.
Tu sei mio rifugio, Signore, nelle tue mani è la mia vita
Dalla Leggenda Maggiore di san Bonaventura [FF 1043]
Poi, inebriato da un ammirabile fervore di spirito, depose anche le mutande e si denudò totalmente davanti a tutti dicendo al padre: «Finora ho chiamato te, mio padre sulla terra; d’ora in poi posso dire con sicurezza: Padre nostro, che sei nei cieli, perché in lui ho riposto ogni mio tesoro e ho collocato tutta la mia fiducia e la mia speranza».