Accorciamo le distanze

Mercoledì XXXII Settimana del Tempo ordinario
Sap 6,1-11     Sal 81    Lc 17,11-19

La lebbra è la malattia dell’impurità, della lontananza. Chi ne è affetto è escluso da tutti i rapporti sociali. Questi dieci uomini vanno incontro a Gesù, ma devono fermarsi a distanza. Per parlargli devono alzare la voce. Mantenere le distanze con il Signore: può capitare anche a chi non è costretto a farlo. Come scrive il profeta: «Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me» (Is 29,13). Dio invece non è mai lontano. Si è fatto vicino, si è fatto uomo ed è venuto ad abitare in mezzo a noi. È l’Emmanuele, il Dio-con-noi. Si potrebbe dire che ‘vicino’ sia un altro nome di Dio: è nella sua natura esserci vicino. Quando questa vicinanza ci trasforma, ci guarisce, viviamo la gioia e la gratitudine. La stessa del samaritano che non può che tornare indietro per ringraziare il Signore. Ma un Dio che si fa così vicino, che viene nella carne, scrive Benedetto XVI, può sorprendere. Com’è possibile? Verbo e umanità, Parola eterna e carne mortale: sembrano realtà troppo lontane! Non c’è che una risposta: l’Amore”. 

Signore, rendici capaci di avvicinarci sempre di più a Te, che sei già vicino a noi. Fa che questa ferma certezza si trasformi in carità, consolazione e vicinanza ai nostri fratelli.

Dalla Benedizione di Santa Chiara (FF 2857)
Siate sempre amanti di Dio, delle vostre anime e di tutte le vostre sorelle, e siate sempre sollecite di osservare quanto avete promesso al Signore. Il Signore sia con voi sempre, e ora voi siate sempre con Lui.”

LA PAROLA DEL GIORNO