Venerdì XXIII Settimana del Tempo Ordinario
1Cor 9,16-19.22-27 Sal 83 Lc 6,39-42
Gesù ammonisce severamente coloro che credono di essere superiori ai loro simili. Guidare un altro, essere maestro, sentirsi a posto… tutti atteggiamenti a cui dobbiamo guardare con attenzione. È la presunzione di conoscere e saper condurre gli altri a vie superiori. Molte volte, invece, siamo come ciechi che non sanno dove andare. Non proprio sagge guide ma, anzi, raffinati giudici con gli altri e troppo benevoli con noi stessi.
Come guardo la realtà? È l’occhio che va purificato, liberato da false immagini di Dio, di noi e degli altri. Per far questo è necessario porre una modifica alla radice del nostro sguardo e cambiare la lente. Il Signore indica questa strada: per avere un occhio attento, semplice e buono, bisogna essere nella luce ed amare con umiltà.
Chiediamo questo dono al Signore.
Signore Gesù, donami uno sguardo attento, semplice e benevolo.
Dalla Leggenda perugina [FF 1592]
“Al mattino, quando sorge il sole, ogni uomo dovrebbe lodare Dio, che ha creato quell’astro, per mezzo del quale i nostri occhi sono illuminati durante il giorno. Ed a sera, quando scende la notte, ogni uomo dovrebbe lodare Dio per quell’altra creatura: fratello Fuoco, per mezzo del quale i nostri occhi sono illuminati durante la notte”. Disse ancora: “Siamo tutti come dei ciechi, e il Signore c’illumina gli occhi per mezzo di queste due creature”.