Giovedì, feria propria del 17 dicembre
Gn 49,2.8-10 Sal 71 Mt 1,1-17
La venuta del Signore Gesù dà compimento alla storia di attese che si riconducono ai patriarchi e ai capi biblici a cui fa riferimento il Vangelo. “Radunatevi e ascoltate, figli di Giacobbe, ascoltate Israele, vostro padre!” (Gn 49,2) dice Giacobbe ai figli. Anche il Padre celeste desidera raccogliere attorno a lui il suo popolo, la stirpe di Gesù. Ascoltare tutti questi nomi ci fa inevitabilmente fermare per radicare la venuta di Cristo nella storia. Gesù non è la fine della storia di un popolo ma è il fine della storia.
In una storia che continua perché attivamente generativa, il Signore è generato in Maria come dono proveniente dall’Alto per opera dello Spirito Santo. Gesù è il Messia promesso in cui per noi si ricapitola, si assume nuovamente la storia, così da poterla portare con il Suo Amore onnipotente. Mistero da accogliere nella fede e da vivere con le opere.
Signore Gesù, sostienici con la tua Grazia perché possiamo operare nel tuo Nome.
Dalla Lettera ai fedeli [FF 200]
E tutti quelli e quelle che si diporteranno in questo modo, fino a quando faranno tali cose e persevereranno in esse sino alla fine, riposerà su di essi lo Spirito del Signore, ed egli ne farà sua abitazione e dimora. E saranno figli del Padre celeste, di cui fanno le opere, e sono sposi, fratelli e madri del Signore nostro Gesù Cristo. Siamo sposi, quando l’anima fedele si congiunge a Gesù Cristo per l’azione dello Spirito Santo. E siamo fratelli, quando facciamo la volontà del Padre suo, che è in cielo. Siamo madri, quando lo portiamo nel nostro cuore e nel nostro corpo attraverso l’amore e la pura e sincera coscienza, e lo generiamo attraverso il santo operare, che deve risplendere in esempio per gli altri.