Sabato IV Settimana del Tempo Ordinario
Eb 13,15-17.20-21 Sal 22 Mc 6, 30-34
Santi Paolo Miki e compagni, martiri, memoria
Gesù conosce la fatica della missione, per questo quando i discepoli tornano li invita a prendersi un tempo di riposo, ad andare in un luogo deserto, in disparte, soli con lui. Gesù ci insegna l’importanza di questo silenzio, di questo andare in disparte soli con Lui. Lo insegna prima di tutto con l’esempio, ricercando, spesso di notte o al mattino presto, momenti in cui rimanere da solo col Padre. È questo continuo rimanere nell’amore del Padre che permette a Gesù di uscire continuamente da sé per donarsi tutto agli altri. Se questo è vero per il Figlio di Dio, quanto più noi dobbiamo ricercare e custodire come qualcosa di veramente prezioso e irrinunciabile questi tempi in cui stare in silenzio, da soli con Gesù.
È un ritirarci che non ci separa dagli altri, perché accende e riaccende la vita dello Spirito in noi, e così ci permette di tornare “in mezzo alla folla” più capaci di vivere la compassione, donando quanto a nostra volta abbiamo ricevuto.
O Dio, tu sei il mio Dio, dall’aurora io ti cerco, ha sete di te l’anima mia.
Dalla Vita seconda di Tommaso da Celano [FF 681]
Cercava sempre un luogo appartato dove potersi unire, non solo con lo spirito, ma con le singole membra al suo Dio. E se all’improvviso si sentiva visitato dal Signore, per non rimanere senza cella, se ne faceva una piccola con il mantello. E, se a volte era privo di questo, ricopriva il volto con la manica per non svelare la manna nascosta.