Venerdì I Settimana del Tempo di Quaresima
Ez 18,21-28 Sal 129 Mt 5,20-26
Il Vangelo ci parla di come dev’essere l’amore tra noi: un amore che rinnega sé stesso anche proprio fisicamente. È l’amore che ha il coraggio di girarsi, di ritornare indietro per recuperare una relazione e di dialogare.
La riconciliazione con il fratello, l’essere in pace con tutti, per quanto dipende da noi, è condizione essenziale affinché la nostra offerta sia gradita a Dio.
Ci possono essere relazioni, situazioni difficili. E siamo chiamati a prendere precauzioni concrete, mirate a recuperare la relazione, per non arrivare a considerare l’altro come pazzo, stupido e così peccare. “Pagherai fino all’ultimo spicciolo”: rischiamo di dover scontare fino a prosciugarci, fino a rimanere nel deserto. Deserto dato dal far terra bruciata intorno a noi, quando ci consideriamo di più rispetto agli altri. Fino all’ultimo spicciolo per saldare in qualche modo i conti tra noi e noi, senza confronto, senza preghiera, senza la luce di Dio che illumina il cammino.
Signore Gesù, insegnaci a saper tornare indietro per incontrare i fratelli.
Dalla Leggenda Maggiore di San Bonaventura [FF 1134]
La vera pietà che, come dice l’Apostolo, è utile a tutto, aveva riempito il cuore di Francesco, compenetrandolo così intimamente da sembrare che rivendicasse totalmente in suo dominio quell’uomo di Dio. La pietà lo elevava a Dio per mezzo della devozione, lo trasformava in Cristo per mezzo della compassione, lo faceva ripiegare verso il prossimo per mezzo della condiscendenza e, riconciliandolo con tutte le creature, lo rimodellava secondo lo stato dell’innocenza primitiva. Per essa era piamente attratto verso ogni cosa, ma in modo particolare verso le anime, redente dal sangue prezioso di Cristo Gesù; e quando le vedeva inquinate dalle brutture del peccato, le compiangeva con una commiserazione così tenera che ogni giorno le partoriva, come una madre, in Cristo.