Luglio 07, 2021
Mercoledì XIV Settimana del Tempo Ordinario
Gen 41,55-57; 42,5-7a.17-24a Sal 32 Mt 10,1-7
Giuseppe è il figlio prediletto che, per invidia ed interesse, viene venduto dai fratelli. Quando poi questi verranno in Egitto spinti dalla carestia e dalla fame, senza riconoscere il fratello, gli chiederanno il pane e Giuseppe li accoglierà. Pur nel dolore, saprà vincere sé stesso, il rancore, l’ingiustizia subita. E così donerà ai fratelli il pane di cui hanno bisogno: quello materiale, ma anche il pane del perdono e della fratellanza un tempo ferita. Giuseppe è la figura di Gesù, il Figlio amato che dona la vita, dona il pane. Anzi di più … Lui si fa pane. Pur di ristabilire l’amore e la paternità di Dio ferita dal peccato. Gesù oggi invia i discepoli, e anche noi se lo vogliamo, a dire agli altri che quell’amore di predilezione del Padre non è qualcosa di vago, lontano, astratto. Ma è vero, tangibile, concreto… in una parola: vicino. In forza di questo amore che ci avvolge, possiamo anche noi farci pane buono e gratuito da spezzare per il bene dei fratelli.
“Questa parola non è troppo alta per te, né troppo lontana da te (…) Anzi, è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica” (Dt 30,11.14)
Da “L’insediamento dei Frati Minori in Inghilterra”, di Tommaso Da Eccleston
[FF 2574]
Quando era ancora nella casa paterna, vennero dei bambini poveri a chiedere l’elemosina; egli diede loro il suo pane ed essi gli donarono un pezzo del loro, e gli era sembrato che quel pane duro, mendicato per l’amore di Dio, fosse più gustoso del pane tenero che lui e i suoi familiari mangiavano. E così i bambini, per rendere il loro pane più gustoso, si domandavano l’uno all’altro del pane per amore di Dio.
La Parola del Giorno
Luglio 07, 2021
Mercoledì XIV Settimana del Tempo Ordinario
Gen 41,55-57; 42,5-7a.17-24a Sal 32 Mt 10,1-7
Giuseppe è il figlio prediletto che, per invidia ed interesse, viene venduto dai fratelli. Quando poi questi verranno in Egitto spinti dalla carestia e dalla fame, senza riconoscere il fratello, gli chiederanno il pane e Giuseppe li accoglierà. Pur nel dolore, saprà vincere sé stesso, il rancore, l’ingiustizia subita. E così donerà ai fratelli il pane di cui hanno bisogno: quello materiale, ma anche il pane del perdono e della fratellanza un tempo ferita. Giuseppe è la figura di Gesù, il Figlio amato che dona la vita, dona il pane. Anzi di più … Lui si fa pane. Pur di ristabilire l’amore e la paternità di Dio ferita dal peccato. Gesù oggi invia i discepoli, e anche noi se lo vogliamo, a dire agli altri che quell’amore di predilezione del Padre non è qualcosa di vago, lontano, astratto. Ma è vero, tangibile, concreto… in una parola: vicino. In forza di questo amore che ci avvolge, possiamo anche noi farci pane buono e gratuito da spezzare per il bene dei fratelli.
“Questa parola non è troppo alta per te, né troppo lontana da te (…) Anzi, è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica” (Dt 30,11.14)
Da “L’insediamento dei Frati Minori in Inghilterra”, di Tommaso Da Eccleston
[FF 2574]
Quando era ancora nella casa paterna, vennero dei bambini poveri a chiedere l’elemosina; egli diede loro il suo pane ed essi gli donarono un pezzo del loro, e gli era sembrato che quel pane duro, mendicato per l’amore di Dio, fosse più gustoso del pane tenero che lui e i suoi familiari mangiavano. E così i bambini, per rendere il loro pane più gustoso, si domandavano l’uno all’altro del pane per amore di Dio.
La Parola del Giorno