Lunedì XXXIV Settimana del Tempo Ordinario
Dn 1,1-6.8-20 Salmo da Dn 3,52-56 Lc 21,1-4
Due monetine certo non fanno rumore, eppure lo sguardo di Gesù coglie l’importanza di un gesto, invisibile e silenzioso, fatto da una persona altrettanto invisibile e “irrilevante”, come poteva essere una vedova al tempo di Gesù. Questa donna diviene così per noi l’immagine del vero discepolo, di chi affida tutta la sua povertà al Signore, abbandonandosi completamente nelle mani di Dio. Per questa vedova la fede è vita. Lei ha il coraggio della totalità! Il dono totale di se stessa non è, come per molti, motivo di incertezza ma al contrario è scelto da lei come soluzione alla sua fragilità. Tutto ciò che aveva per vivere è ora nelle mani di Dio. Lei sa che questa totale fiducia sarà certamente ricambiata. Lei sa che la fedeltà del Signore non verrà meno.
Il mio bene Signore, sei tu, solo in te è il mio bene. Nelle tue mani è la mia vita (Sal 16)
Dalle Lettere di Chiara ad Agnese di Boemia [FF 2864]
O beata povertà, che procura ricchezze eterne a chi l’ama e l’abbraccia! O santa povertà: a quanti la possiedono e la desiderano è promesso da Dio il regno dei cieli ed è senza dubbio concessa gloria eterna e vita beata! O pia povertà, che il Signore Gesù Cristo, nel cui potere erano e sono il cielo e la terra, il quale disse e tutto fu creato, si degnò di abbracciare a preferenza di ogni altra cosa!