Eternità

Venerdì XXXIV Settimana del Tempo Ordinario
Dn 7,2-14 Dn 3 Lc 19,41-44
San Leonardo da Porto Maurizio sacerdote, memoria
Viviamo in un susseguirsi di fatti, di parole, di incontri e a volte corriamo il rischio di interpretare la storia con una visione fatalista e semplicistica. Dice Gesù: “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”. La Parola dice eternità e ci invita a fare scelte che costruiscono il Regno di Dio. Il Regno è come un granellino di senapa gettato nella terra, quasi invisibile ad occhio nudo e che richiede tempo perché ne possiamo vedere la sua crescita. Il Regno è come un albero che produce germogli i quali manifestano la vitalità e la fecondità dell’albero.
Il Regno di Dio si fa presente con le sue concrete manifestazioni nella storia, manifestazioni che sanno di eternità. Rimaniamo ancorati alla Parola che non si esaurisce in un ciclo vitale e facciamo sì che c’entri con le nostre scelte di vita perché siano piene d’eternità e parlino del Signore.
Grazie Signore, perché ci fai vivere, nella nostra immanenza, esperienze di divinità.
Dalla Leggenda dei tre compagni [FF 1427]
Francesco, compiuti i restauri della chiesa di San Damiano, seguitava a portare l’abito di eremita, camminava col bastone in mano, le calzature ai piedi, una cintura di pelle ai fianchi. Ma un giorno, mentre ascoltava la Messa udì le istruzioni date da Cristo quando inviò i suoi discepoli a predicare: che cioè per strada non dovevano portare né oro né argento, né pane, né bastone, né calzature, né veste di ricambio. Comprese meglio queste consegne dopo, facendosi spiegare il brano dal sacerdote. Allora, raggiante di gioia, esclamò: “E proprio quello che bramo realizzare con tutte le mie forze!”. E fissando nella memoria quelle direttive, s’impegnò ad eseguirle lietamente.