Sabato, Natale del Signore
Is 52,7-10 Sal 97 Eb 1,1-6 Gv 1,1-18
Solennità
Dio viene in tutta la sua potenza nascendo bambino inerme. Ci dice, senza usare parole, che la sua è una potenza d’amore, che la sua è una potenza umile, è una potenza che sa farsi fragile per amore nostro. Chi di noi non si sente intenerito di fronte a un bimbo appena nato? Chi non prova gioia davanti a un bambino, anche se sconosciuto? Dio che si fa piccolo per dirci e darci tutto il suo amore. Dio si umilia fino al punto più basso per portarci alla gioia più alta. Il Verbo si è fatto carne e non ha più smesso di abitare in mezzo a noi. Questa è la “grande gioia che sarà di tutto il popolo”.
Venite tutti ad adorare il Signore, oggi una splendida luce è discesa sulla terra.
Dalle Ammonizioni [FF 144-145]
Ecco ogni giorno egli si umilia, come quando dalla sede regale discese nel grembo della Vergine; ogni giorno egli stesso viene a noi in apparenza umile; ogni giorno discende dal seno del Padre sull’altare nelle mani del sacerdote. E come ai santi apostoli si mostrò nella vera carne, così anche ora si mostra a noi nel pane consacrato. E come essi con gli occhi del loro corpo vedevano soltanto la carne di lui, ma, contemplandolo con gli occhi dello spirito, credevano che egli era lo stesso Dio, così anche noi, vedendo pane e vino con gli occhi del corpo, dobbiamo vedere e credere fermamente che questo è il suo santissimo corpo e sangue vivo e vero. E in tale maniera il Signore è sempre presente con i suoi fedeli, come egli stesso dice: ” Ecco, io sono con voi sino alla fine del mondo”.