Giovedì II Settimana del Tempo ordinario
1Sam 18,6-9; 19,1-7 Sal 55 Mc 3,7-12
“Una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui”.
Gesù attira le persone con la sua bontà e la sua potenza non solo dalla Giudea, ma anche da paesi pagani.
Conosciamo questa esperienza: la bontà semplifica le situazioni e unisce le persone. Lo vediamo quando nei nostri incontri, nel lavoro, nella fraternità c’è il dono di una persona buona, allora cambia il clima delle relazioni e la semplicità che emana apre il cuore alla tenerezza.
Impariamo la carità del Maestro Gesù che mai smette di donare la sua benedizione, fatta di gesti concreti e generosi, di sguardo attento che sa prevenire le necessità, soccorrere e consolare.
Donaci, o Padre, di imparare ad amare come Gesù.
Dalla Vita prima di Tommaso da Celano [FF 506]
Quando sentì che stava per giungere il momento della sua partenza da questa terra (…) egli allora incrociò le braccia per porre la destre sul capo di frate Elia ed, essendo cieco, domandò: “Su chi tengo la mia mano? “. “Su frate Elia”, gli risposero. “Così voglio anch’io”, disse, e aggiunse: “Ti benedico, o figlio, in tutto e per tutto; e come l’Altissimo, sotto la tua direzione, rese numerosi i miei fratelli e figlioli, così su te e in te li benedico tutti. In cielo e in terra ti benedica Iddio, Re di tutte le cose. Ti benedico come posso e più di quanto è in mio potere, e quello che non posso fare io, lo faccia in te Colui che tutto può. Si ricordi Dio del tuo lavoro e della tua opera e ti riservi la tua mercede nel giorno della retribuzione dei giusti. Che tu possa trovare qualunque benedizione desideri e sia esaudita qualsiasi tua giusta domanda”.