Giovedì XXV Settimana del Tempo Ordinario
Qo 1,2-11 Sal 89 Lc 9,7-9
Sono le nostre scelte che rivelano qual è l’interesse del nostro cuore, il centro dei nostri pensieri, la verità della nostra fede. Siamo chiamati sempre alla conversione, al cambiamento di pensiero, di mentalità, a cambiare direzione, rotta, per incontrare Dio. Questa bella tensione toglie di mezzo la superficialità alla quale spesso ricorriamo per non fare fatica. È un po’ quello che ci mostra Erode che, chiuso nel suo palazzo, abituato ad una vita piena di ingiustizie, di crimini e di vita smodata, prova solo una superficiale curiosità di vedere quel Gesù di cui si parla tanto. Erode si ferma alla superficialità di un desiderio, vuol “vedere” spiando senza entrare in relazione con Gesù, tantomeno con le persone che lo circondano.
Signore Gesù, donaci di lasciar perdere la mera curiosità e di saper invece curare la nostra vita spirituale.
Dalla Leggenda maggiore di San Bonaventura [FF 1237]
Francesco, ormai confitto nella carne e nello spirito, con Cristo sulla croce, non solo ardeva di amore serafico verso Dio, ma sentiva la sete stessa di Cristo crocifisso per la salvezza degli uomini. E siccome non poteva camminare, a causa dei chiodi sporgenti sui piedi, faceva portare attorno per città e villaggi quel suo corpo mezzo morto, per animare tutti gli altri a portare la croce di Cristo. Diceva ai frati: “Incominciamo, fratelli, a servire il Signore Dio nostro, perché finora abbiamo combinato poco”. Ardeva anche d’un gran desiderio di ritornare a quella sua umiltà degli inizi, per servire, come da principio, ai lebbrosi e per richiamare al primitivo fervore il corpo ormai consumato dalla fatica.