Martedì III Settimana del Tempo Ordinario
Eb 10,1-10 Sal 39 Mc 3,31-35
San Francesco di Sales, vescovo e dottore della Chiesa, memoria
La forma più radicale di obbedienza che la Parola ci presenta è l’ascolto fedele alla voce di Dio. Ascoltare Gesù è un fare molto speciale, che ci apre all’ascolto di tutti, trasformandoci.
Al centro della bella espressione “ecco io vengo per fare la tua volontà” c’è la relazione filiale vissuta da Gesù con il Padre, il suo amore per il Padre e per ciascuno di noi. Per questo “fare la volontà di Dio” è tutt’altro che rassegnazione e passività, come talvolta può essere interpretato. È agire con la carità che l’ascolto di Gesù provoca in modo del tutto originale. Stare seduti ai piedi di Gesù, infatti, è l’unico atteggiamento che ci cambia profondamente, ci rinnova nella capacità di relazione e di appartenenza. Un simile ascolto illumina e costa, come è costato alla Madre di Gesù. Forse anche per ciascuno di noi in questo tempo c’è una Parola di Gesù che suona scomoda: se ce l’ha donata è perché Lui, per primo, ha ascoltato noi e vuole convertirci radicalmente al suo amore.
Dio onnipotente ed eterno, guida i nostri atti secondo la tua volontà, perché nel nome del tuo diletto Figlio portiamo frutti generosi di opere buone.
Dal Testamento [FF 110]
Il Signore dette a me, frate Francesco, d’incominciare a fare penitenza così: quando ero nei peccati mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d’animo e di corpo.