Vivere da “eletti”

Sabato I Settimana di Quaresima
Dt 26,16-19 Sal 118 Mt 5,43-48

Il Signore ci elegge come “popolo particolare”, ama ciascuno di noi con amore di predilezione. Vivere da “eletti” significa imitare la perfezione di Colui che ci ama e chiama. Non ne siamo capaci per merito, ma lo possiamo diventare per grazia. Se imitiamo l’amore gratuito e universale del Padre porteremo in noi la sua immagine, saremo davvero suoi figli. È dalla somiglianza infatti che si riconosce la parentela. Già solo guardando la creazione possiamo riconoscere il modo di amare del Padre: egli dona sole e pioggia ai cattivi e ai buoni, ai giusti e agli ingiusti. Così siamo chiamati ad amare senza aspettare un contraccambio, senza calcolare il guadagno. Anzi, siamo chiamati ad amare in anticipo e in abbondanza, perché il nemico in virtù del nostro amore possa riconoscersi a sua volta figlio amato. Così ha agito Gesù con noi, quando eravamo peccatori egli ha dato la vita per noi (cf. Rm 5), per grazia siamo stati salvati (Cf Ef 2,8). Se vogliamo davvero essere discepoli di Gesù, i nostri rapporti devono tendere sempre di più a questa perfezione di amore: gratuito, totale e definitivo.

Manda su di noi il tuo Spirito di santità, o Padre, perché nella nostra umana debolezza possiamo mostrare la tua perfezione d’amore.

Dal Testamento di Santa Chiara [FF 2846-2847] Lo stesso Padre delle misericordie, non per i nostri meriti, ma per la sola misericordia e grazia del donatore, effuse il profumo della buona fama su quelli che sono lontani, come sui vicini. E amandovi a vicenda nella carità di Cristo, dimostrate al di fuori con le opere l’amore che avete nell’intimo, in modo che, provocate da questo esempio, le sorelle crescano sempre nell’amore di Dio e nella mutua carità.