Giovedì XXI Settimana del Tempo Ordinario
1Ts 3,7-13 Sal 89 Mt 24,42-51
Abbiamo una certezza: il Signore viene. Questa è per noi la vera “consolazione di Dio, non fatta di parole” dice Papa Francesco “ma di presenza vera”. Noi, tuttavia, siamo liberi di preferire le tenebre del mondo alla luce che viene. Abbiamo la facoltà di scegliere e dire “no”. Quante volte ci misuriamo con questo “no”, quando l’altro è fastidioso, quando richiede di rinunciare ai miei comodi. Quando, alla fatica che l’amore richiede, preferiamo scorciatoie facili e spensierate. Quando è costoso ricavare del tempo per stare con il Signore nella preghiera. Ma questo “no” non fa che aumentare l’insofferenza e l’insoddisfazione in un circolo vizioso. Ecco perché Gesù insiste: “Vegliate, state attenti, vegliate”. La sentinella è la persona che resta sveglia mentre tutti dormono. Dice “sì” ad una fatica, per il bene di altri. Ma soprattutto perché è certa che presto l’alba arriverà.
“Il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti” (1Ts 3, 12)
Dalla Vita seconda di Tommaso da Celano [FF 735]
Desiderando questo mercante astutissimo guadagnare in più modi e ridurre a merito tutta la vita terrena, volle essere guidato dalle redini dell’obbedienza e sottomettersi al governo altrui. E così non solo rinunciò all’ufficio di generale, ma per una obbedienza più perfetta, chiese un guardiano personale da considerare suo speciale superiore. Disse infatti a frate Pietro di Cattanio, al quale aveva già promesso santa obbedienza: «Ti prego, per amore di Dio, di incaricare uno dei miei compagni a fare le tue veci a mio riguardo, in modo che gli obbedisca devotamente come a te. Conosco il frutto dell’obbedienza e so che non passa un momento di tempo senza frutto colui che ha sottomesso il proprio collo al giogo di un altro».