Martedì XXII settimana del Tempo Ordinario
1Ts 5,1-6.9-11 Sal 26 Lc 4,31-37
Sembra assurdo che qualcuno possa dire a Gesù: “…Sei venuto a rovinarci”, lui che è il Salvatore. Eppure, l’avversario con la sua astuzia, a volte, ci fa percepire con riluttanza ciò che invece ci fa bene e ci salva. Siamo tentati di allontanarci da Dio, confondendo spesso il bene con il male, la luce con le tenebre, la verità con la menzogna. Gesù viene incontro a noi, pazientemente insiste con la sua Parola autorevole per liberarci. Allora quella che a volte sembra una “rovina”, è una liberazione. Infatti Gesù dice efficacemente: “taci ed esci!”. A chi lo dice? A tutto ciò che in noi non è amore, ai nostri orizzonti egoistici e miopi. La sua parola, se le permettiamo di essere in noi autorevole, illumina e libera: l’avversario lascia la nostra casa senza farci alcun male.
Grazie Signore Gesù.
Dalla Vita seconda di Tommaso da Celano [FF 601]
Venuto il mattino, entrano in una chiesa e aprono il libro del Vangelo, disposti ad attuare il primo consiglio che si offra loro. Aprono il libro, e il suo consiglio Cristo lo manifesta con queste parole: (…) Chi vuol venire dietro a me, rinneghi sé stesso. Senza indugio Bernardo eseguì tutto e non tralasciò neppure un iota. Molti altri, in breve tempo, si liberarono dalle mordacissime cure del mondo e, sotto la guida di Francesco, ritornarono all’infinito bene nella patria vera.