Sabato I settimana di Avvento
Is 30,19-21.23-26 Sal 146 Mt 9,35 – 10,1.6-8
Quando abbiamo la grazia di evangelizzare, di portare al nostro prossimo la consolazione di Gesù, dobbiamo sempre ricordare che stiamo restituendo quello che a nostra volta abbiamo ricevuto. Nessuno di noi potrebbe fare diversamente. La nostra compassione è frutto della compassione di Gesù per noi. Lui ci ha visti stanchi e sfiniti e, attraverso i suoi discepoli di oggi, ha avuto e continua ad avere misericordia di noi. Nella nostra quotidianità, nel nostro annuncio esplicito o silenzioso della gioia del Vangelo, dobbiamo sempre ricordarci di tenere viva la preghiera e la gratuità. Preghiera, perché il Padre susciti operai per la sua messe e ci faccia riconoscere quando siamo noi i chiamati; e gratuità nel donarci, che nasce dalla gratitudine per quanto ricevuto e per ogni bene che il Signore ci permette di compiere.
Al Signore è gradito chi lo teme, chi spera nel suo amore.
Dalla Regola non bollata [FF 49]
E restituiamo al Signore Dio altissimo e sommo tutti i beni e riconosciamo che tutti i beni sono suoi e di tutti rendiamo grazie a lui, dal quale procede ogni bene. E lo stesso altissimo e sommo, solo vero Dio abbia, e gli siano resi ed egli stesso riceva tutti gli onori e la riverenza, tutte le lodi e le benedizioni, ogni rendimento di grazia e ogni gloria, poiché suo è ogni bene ed egli solo è buono.