Lunedì XIV Settimana del Tempo Ordinario
Is 1,10-17 Sal 49 Mt 10,34-11,1
«La parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio» (Eb 4,12). Gesù è un Messia di pace che annuncia un messaggio di pace, ma conosce anche la durezza del cuore umano e sa che non tutti sono disposti ad accoglierlo. Così la parola del Vangelo è un messaggio che divide: una quotidianità senza incertezze, senza alcun turbamento, senza imprevisti o difficoltà, non è la quotidianità di chi è discepolo di Gesù.
La Parola viene a turbare le comode abitudini e le false sicurezze, rompe la pace fondata sull’indifferenza e ci chiama a compiere scelte anche difficili. C’è un “perdere la vita” al quale dobbiamo riconoscerci tutti chiamati: rinnegare e lasciare che la Parola ci separi da tutto ciò che in noi è di ostacolo perché attaccato solo a se stessi e non aperto ad accogliere l’altro e a dare la vita.
Lasciamoci ferire da questa Parola che taglia e che ci può rendere davvero “piccoli”: discepoli che non perderanno la loro ricompensa.
O Padre che scruti i sentimenti e i pensieri dell’uomo, penetra nei nostri cuori con la spada della tua parola, perché alla luce della tua sapienza possiamo valutare le cose terrene ed eterne, e diventare liberi e poveri per il tuo regno.
Dalla Leggenda maggiore di San Bonaventura [FF 1035-1036]
Mentre, un giorno, pregava, così isolato dal mondo, ed era tutto assorto in Dio, nell’eccesso del suo fervore, gli apparve Cristo Gesù, come uno confitto in croce […] L’uomo di Dio comprese che, per mezzo di questa visione, Dio rivolgeva a lui quella massima del Vangelo: Se vuoi venire dietro a me, rinnega te stesso, prendi la tua croce e seguimi. Da allora si rivestì dello spirito di povertà, d’un intimo sentimento d’umiltà e di pietà profonda. Mentre prima aborriva non solo la compagnia dei lebbrosi, ma perfino il vederli da lontano, ora, a causa di Cristo crocifisso, che, secondo le parole del profeta, ha assunto l’aspetto spregevole di un lebbroso, li serviva con umiltà e gentilezza, nell’intento di raggiungere il pieno disprezzo di se stesso.