Giovedì XXV Settimana del Tempo Ordinario
Qo 1,2-11 Sal 89 Lc 9,7-9
Il re Erode ci offre l’occasione per verificare come guardiamo. Erode, chiuso nel suo palazzo, chiuso nelle sue questioni, prova una superficiale curiosità nei confronti di Gesù di cui ha sentito tanto parlare. Non sapeva cosa pensare di lui, sul quale si facevano molte ipotesi. Ma come può Erode vedere Gesù? Gesù si vede con un occhio limpido, purificato, allenato alla Bellezza. “Beati i puri di cuore” … uno sguardo contemplativo troverà Dio.
Ad Erode è offerta l’occasione del pentimento, per quanto fatto al Battista e per la sua vita fatta di tradimenti e falsità. Ma non riesce ad accoglierla.
Per convertirsi e cambiare meta, bisogna intravedere un obiettivo e iniziare un cammino nutrito di fede e di coraggio. Serve uscire per poter vedere bene l’obiettivo nella luce. Rimanere nei propri palazzi, spiare fuori ogni tanto, limitandosi ad alimentare la curiosità, offusca la nostra vista e non ci aiuta a comprendere, a fare dei passi. Così ci accontentiamo di qualche breve consolazione, restando fermi e nascosti.
Chiediamo al Signore occhi attenti, occhi che sappiano contemplare la verità, perché la nostra vita sia piena e bella.
Dalla seconda lettera ai custodi [FF 46]
Sappiate che ci sono delle realtà che, davanti al Signore sono altissime e sublimi, ma a volte sono reputate dagli uomini vili e spregevoli; mentre altre, ritenute care e nobili tra gli uomini, sono invece ritenute vilissime e spregevoli al cospetto di Dio.