Venerdì III Settimana del Tempo Ordinario
Eb 10,32-39 Sal 36 Mc 4,26-34
Gesù paragona il regno di Dio ad un uomo che getta un seme. Uomo e seme, due elementi che vanno insieme. Il seme ha già in sé tutto il necessario per diventare spiga matura. Anche l’uomo è creato ad immagine e somiglianza di Dio, ha in sé tutto ciò che serve per servirlo e portare frutto. Siamo chiamati ad annunciare e servire sapendo che il seme della Parola umilmente seminato non tornerà senza effetto, senza aver operato in noi e nel creato ciò che il Signore desidera, senza aver compiuto ciò per cui è stata mandata, come ci ricorda il profeta Isaia (Is 55,11). E questo dovrebbe essere consolante perché ci dice che è la potenza di Dio che opera e fa fruttificare. Ma spesso ce ne dimentichiamo e non lasciamo fare. Abbiamo fiducia e perseveranza nel fare la volontà di Dio, sapendo che sia che dormiamo, sia che vegliamo, di notte o di giorno il Signore opera perché non può fare altrimenti!
Affida al Signore la tua via,
confida in lui ed egli agirà (Sal 36)
Dalla Leggenda maggiore di San Bonaventura [FF 1059]
Diceva poi a ciascuno in particolare: “Getta nel Signore il tuo affanno, ed egli ti sosterrà”. Erano queste le parole che egli ripeteva abitualmente, quando assegnava a qualche frate un incarico per obbedienza.