Martedì XIII Settimana Tempo Ordinario
At 12,1-11 Sal 33 2Tm 4,6-8.17-18 Mt 16,13-19
Santi Pietro e Paolo Apostoli, solennità
Ci può aiutare a riflettere un aspetto interessante delle letture: oggi celebriamo la nascita al cielo di san Pietro eppure ascoltiamo il racconto della sua liberazione dalla prigionia, cioè di come in un primo momento sia riuscito a sfuggire a sorella morte che giungerà a Roma, qualche anno dopo, con il martirio.
Sembra dirci che, nella logica di Dio, c’è un tempo per tutto: Lui conduce la storia e prepara le persone e gli eventi. Fa conoscere il suo amore per portarci gradualmente ad essere sempre più sicuri del suo amore. Ne è conferma il fatto che, fra la liberazione a Gerusalemme e il martirio a Roma, non c’è contraddizione: Pietro non è abbandonato in nessuna delle due drammatiche circostanze. Il Signore gli ha donato il suo amore e la sua forza per vivere come una liberazione anche il martirio: abbandonato all’amore di Dio ha potuto superare nella fede e nell’amore le più grandi difficoltà e compiere la sua testimonianza fino al sangue. Proprio lui che aveva conosciuto il rinnegamento, ora gode del trionfo di Dio sulla morte e ogni male.
Concedici, o Padre, di progredire nel cammino graduale di conoscenza e testimonianza di Te; donaci la forza di affrontare difficoltà sempre più grandi.
Dalla Vita prima di Tomamso da Celano [FF 363]
Ora un giorno, pieno di ammirazione per la misericordia del Signore in tutti i benefici a lui elargiti, desiderando che il Signore gli indicasse che cosa sarebbe stato della sua vita e di quella dei suoi frati, si ritirò , come spessissimo faceva, in un luogo adatto per la preghiera. Vi rimase a lungo invocando con timore e tremore il Dominatore di tutta la terra, ripensando con amarezza gli anni passati malamente e ripetendo: «O Dio, sii propizio a me peccatore!». A poco a poco si sentì inondare nell’intimo del cuore di ineffabile letizia e immensa dolcezza. Cominciò allora come a uscire da sé: l’angoscia e le tenebre, che gli si erano addensate nell’animo per timore del peccato, scomparvero, ed ebbe la certezza di essere perdonato di tutte le sue colpe e di vivere nello stato di grazia.