Mercoledì XXXIV Settimana del Tempo Ordinario
Dn 5,1-6.13-14.16-17.23-28 Dn 3,62-67 Lc 21,12-19
Andrea Dung-Lac sacerdote e compagni martiri, memoria
“Ho sentito dire che si trova in te luce, intelligenza e sapienza straordinaria”. Il re ha stima del profeta Daniele, del suo sguardo profondo, la sua parola schietta. Daniele infatti sa leggere i segni della vita con sguardo acuto, sapiente, perché è profondamente legato al Signore. Offre parole chiare, che aiutano anche gli altri a fare verità dentro sé stessi, a trovare pace, a vivere nel bene. Grazie al suo aiuto, infatti, il re riconoscerà il vero Dio, il Signore del cielo. Anche il Vangelo ci richiama all’amore per la verità, alla trasparenza del cuore e delle parole. Gesù ci chiede di fidarci talmente della sua potenza da non preparare prima la nostra difesa. Ci vuole forse come bambini sprovveduti? No, tutt’altro. Vuole che siamo orientati a valori nobili e grandi, che siamo liberi dal giudizio altrui, staccati dai nostri miseri tornaconti. Daniele è talmente libero da dire al re: “Tieni pure i tuoi doni, dalli ad altri!”. Il suo tesoro infatti è Dio, che è amore e verità. È per questo che la sua parola è credibile, autorevole. Anche noi, quando andiamo dietro ai nostri interessi, o ci mostriamo compiacenti per far bella figura, siamo poco significativi. Ma se il cuore è legato al Signore, la sua Parola chiara e vera è il vero tesoro, allora siamo autentici, credibili, e diventiamo mediatori di verità e di bene per tanti.
Signore, quando lotto per il bene e per il Vangelo,
“tu sei il maestro che sostiene tutto il peso della croce.
Non sei solo spettatore della mia lotta,
ma combatti con me.
Tu, Signore, sei il vincitore e perfezionatore
di ogni battaglia”.
(dall’Epistolario di san Paolo Le-Bao-Tinh agli alunni del Seminario di Ke-Vinh, 1843).
Dalla seconda Lettera di Chiara ad Agnese [FF 2875]
Memore del tuo proposito, come una seconda Rachele, sempre vedendo il tuo principio, ciò che hai ottenuto, tienilo stretto, ciò che stai facendo, fallo e non lasciarlo. Ma con corsa veloce, passo leggero e senza inciampi ai piedi, così che i tuoi passi non raccolgano nemmeno la polvere, sicura, gioiosa e alacre avanza cautamente sul sentiero della beatitudine.