Giovedì XVII Settimana del Tempo Ordinario
Es 40,16-21.34-38 Sal 83 Mt 13,47-53
Per entrare nel mistero del Regno c’è un discernimento da fare che richiede almeno due atteggiamenti: la calma e l’impegno. I pescatori si siedono: è un lavoro che richiede tempo, pazienza, una disposizione che certo sfida la nostra fretta, la voglia del “tutto e subito”. E poi è richiesto l’impegno: chi si accinge al lavoro del discernimento è come un padrone di casa, cioè una persona adulta, responsabile, di solito il capofamiglia. Dice Papa Francesco che il discernimento è “un esercizio di intelligenza, di perizia e di volontà”. C’è sempre un costo da considerare, una perdita per giungere ad una felicità più piena. Il pescatore, infatti, mette in conto la fatica, le lunghe notti trascorse in mare, e poi accetta una perdita del profitto per il bene di coloro a cui è destinato.
“Beato chi trova in te la sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio” (Sal 83).
Dalla Vita Prima di Tommaso da Celano [FF 331]
Il grande amore che gli invadeva l’anima non gli permetteva ormai di tacere. Tuttavia, parlava in linguaggio enigmatico: cercava di esprimersi con gli altri nello stesso modo figurato con cui l’abbiamo visto discorrere con l’amico preferito di un tesoro nascosto. Diceva di rinunciare a partire per le Puglie, ma allo scopo di compiere magnanime imprese nella sua patria.