Martedì I Settimana del Tempo Ordinario
1Sam 1,9-20 1Sam 2,1.4-8 Mc 1,21-28
Gesù “insegnava loro come uno che ha “exousìa”, tradotto con “autorità”. Questa sua forza ci permette di cogliere le “stonature” del nostro cuore. Gesù è l’interprete autorevole e definitivo della Parola, dolce armonia che accompagna la nostra vita. Questa, tuttavia, non è indolore, ma “viva ed efficace, più tagliente di ogni spada a doppio taglio” (Eb 4,12). Ci corregge, in qualche modo ci “rovina”. Perché mette a tacere quegli atteggiamenti pigri e orgogliosi ai quali, in fondo, siamo attaccati, seppure ci tolgono la dignità di figli. Lo spirito impuro esce dall’uomo “straziandolo e gridando forte”, perché resiste alla grazia. Ma il cammino dell’umiltà è una lotta possibile perché avviene sotto lo sguardo di amore di Dio.
Donaci, o Padre, un confronto trasparente e autentico con la tua Parola che libera.
Dalla Vita prima di Tommaso da Celano [FF 446]
Di notte si recava, solo, nelle chiese abbandonate e sperdute a pregare; così, con la grazia del Signore, riusciva a trionfare di molti timori e di angustie spirituali. In quei luoghi doveva lottare corpo a corpo col demonio, che l’affrontava per spaventarlo non solo con tentazioni interiori, ma anche esteriormente con strepiti e rovine. Ma Francesco, da fortissimo soldato di Cristo, ben sapendo che il suo Signore poteva tutto dovunque, non si lasciava per nulla intimorire, ma ripeteva in cuor suo: “Non puoi, o maligno, scatenare contro di me le armi della tua malizia, in questi luoghi più di quanto mi faresti se fossimo tra la folla”.